Palermo. Dopo Zaccardo anche i confederali fanno AUTOGOL!

Palermo -

            Lo avevamo già capito che il piano della contrapposizione mantenuto su livelli di accettabile correttezza, non è il loro forte.

            Si potrebbe facilmente rispondere per le rime, ma ancora una volta la scelta di ribattere su un piano dialettico con correttezza, alle bassezze ed agli insulti è la scelta migliore.

            Se non insultano e non fanno questa squallida propaganda, non riescono a comunicare.

            Il volantino lo avete letto, al di la dei fatti riportati in modo distorto e fazioso, sintesi della più bassa forma di comunicazione propagandistica, nei fatti concreti un paio di cose vanno evidenziate:

  • Non si sono curati dell’avvio del SIAP fino a quando noi abbiamo posto il problema;
  • Si sono infastiditi perché noi abbiamo affrontato il problema, è vero che l’Amministrazione non rispetta le regole sindacali, ma questo anche grazie a costoro che non se ne sono poi lamentati più di tanto, perché in passato gli ha fatto molto comodo;
  • Hanno capito troppo tardi che abbandonare il tavolo delle trattative così pretestuosamente è stato comunque un errore tattico che li ha isolati; e loro non ci sono abituati, visto che devono sempre fare la prima donna;
  • L’incontro che hanno fatto rocambolescamente con l’Amministrazione il giorno dopo in effetti non produce alcuna innovazione degna di rilievo: in altri termini hanno sfondato una porta aperta ed è un atto illegittimo frutto di una sottocultura indegna per un sindacato che si spaccia essere con la S maiuscola: ma quale maiuscola, non è neanche minuscola,  la S è proprio microscopica!

Da qui tra origine quella rabbia che li costringe a  ringhiare contro di noi “colpevoli del fatto che procediamo con costanza e pazienza e molta umiltà a fare la nostra parte per l’interesse collettivo.

            Il violento attacco sferratoci, è il segnale inequivocabile della crisi in cui versano da tempo e dalla quale non riescono a venire fuori.

            Infatti siccome, per misteriosi motivi, non godono più della posizione di privilegio che gli aveva reso la vita comoda, adesso devono competere e a loro la competizione non va bene, meglio le vittorie a tavolino, ed i risultati per “ gli amici”: come sono lontani i tempi dei brindisi con lo spumante con l’Amministrazione ( che però sono amici nostri…e loro ci facevano il brindisi)!

            Questo è tanto vero che anche dalle sedi regionali, si comincia a notare un ulteriore rallentamento dell’attività sindacale da parte dei confederali.

            In altri termini manca a questi gruppi l’iniziativa politica che è la linfa vitale di un movimento sindacale: costoro sono da sempre abituati a perseguire interessi di bottega ed adesso che la bottega ha chiuso “per cessata attività” loro sono allo sbando.

            La svogliatezza di fare sindacato li porta in uno stato di profondo disagio stante che anche a livello periferico la contrapposizione  ridotta ormai al lumicino, per parte loro, sta portando i lavoratori a porsi dei seri interrogativi, sulla opportunità nel continuare a rimanere iscritti in organizzazioni sindacali che oltre a non poter più “dare” (a pochi) cosa di cui si son sempre vantati, non sono neanche in grado di tutelare gli interessi  dei lavoratori.

            Da qui questa violenta forma propagandistica che cerca in ogni modo di rilanciare la loro immagine con questi mezzucci già collaudati. In tutta questa strategia però c’è un errore di fondo che è la forma: l’eccessiva violenza verbale, che trasmette l’isteria collettiva di cui sono preda oramai queste persone e che paradossalmente sminuisce ciò che affannosamente stanno cercando di conseguire: il consenso e la tenuta sostanziale degli iscritti, che serve loro non per finalità collettive ma come punto di forza per raggiungere i loro obbiettivi particolari.

            Mi sa che questa strada  non li condurrà molto lontano e che più che un tentativo di avanzata si risolverà in una clamorosa disfatta.

            Non si fa sindacato sempre e solamente demonizzando gli altri ma proponendo e spiegando ragionevolmente ed analiticamente con argomenti ed argomentazioni, e non teorizzando e facendo della spocchiosa propaganda ed ostentazione di forza.

Qualcuno ha detto stupido è chi  lo stupido fa.

            Saluti