La memoria del pesciolino rosso

Nazionale -

Pare che il pesciolino rosso abbia una memoria che dura appena 5 minuti. D’altra parte, stando al sicuro nella sua boccia di vetro, ciò non gli procura un gran danno. Noi esseri umani, invece, per fortuna o purtroppo, siamo costretti ogni giorno a combattere con mille problemi, a trovare soluzioni, a batterci per il meglio, e se non ricordassimo le nostre esperienze passate, se non imparassimo dai nostri errori, andremmo a sbattere ogni giorno contro lo stesso albero, perché ogni giorno per noi sarebbe il primo.

Anche sul posto di lavoro, dove è oltremodo necessario avere un quadro preciso di quello che succede, e del perché succede, a volte tendiamo a diventare dei pesciolini rossi. Ad esempio, ogni tre anni, in occasione delle elezioni RSU, nasciamo a nuova vita! Ascoltiamo rapiti le flautate parole di angelici sindacalisti, che ci rincorrono, ci catturano, ci convincono! Come pifferai magici, con la loro musica celestiale, fatta di parole alate, come responsabilità, competenza, concretezza, realismo, e bla bla... ci trasportano in un mondo immaginario, magico, e ci fanno dimenticare tutto quello che è successo negli ultimi tre anni, con il risultato che andiamo ancora una volta a sbattere contro lo stesso albero! ​

Qualcuno ricorda ad esempio quello che è successo per le PEO 2019, 2020, 2021? Si è messo in moto in Corte dei Conti un meccanismo perverso, per cui per fare un modesto passaggio economico, abbiamo dovuto superare 3000 difficili test, del tutto estranei al lavoro che facciamo ogni giorno, andando contro quanto prevedono i contratti (altro che competenza!). Ce n’era abbastanza per fare una rivoluzione, ed invece ricordate cosa fecero, per ben tre anni, i nostri cari sindacalisti dalla voce flautata? Un bel nulla! Spariti.

Firmarono un accordo dopo l’altro, senza battere ciglio. Un nostro volantino di allora titolava “Sei sindacalisti acquattati dietro un accordo superato dalla realtà!”. Noi della USB ci siamo subito attivati per cambiare questa impostazione sbagliata e punitiva sulle PEO, e voi ci avete risposto subito, con entusiasmo, sono arrivate da tutte le sedi d’Italia centinaia di firme, raggiungendo in alcune sedi il cento per cento delle adesioni, abbiamo incontrato il presidente Buscema, il presidente Carlino, abbiamo chiesto un’audizione al Consiglio di Presidenza (cosa mai successa in Corte dei conti!), il Consiglio ha inserito l’argomento all’o.d.g., invitando però alla discussione il solo Segretario generale, e non USB che  aveva fatto la segnalazione!

Ma non ci siamo fermati, abbiamo organizzato assemblee del personale molto partecipate, abbiamo occupato pacificamente la sala del tappeto rosso, fino a che il Segretario Generale non ha accettato di incontrare una delegazione di lavoratori, abbiamo denunciato l'enorme rischio di prove in presenza in piena pandemia!

Cosa facevano nel frattempo questi sindacati alati? Sostenevano le richieste dei lavoratori e dei propri iscritti? Neanche per sogno! Continuavano imperterriti ad introdurre modifiche insignificanti alle proposte dell’amministrazione, e a firmarle passivamente. Al terzo anno, a ridosso delle PEO 2021, vincendo una giustificata diffidenza verso queste organizzazioni, le abbiamo contattate una per una, siamo andati nella stanza di ogni coordinatore, perorando la causa degli ultimi sfortunati colleghi, sottoposti anche per la terza volta ai famigerati test.

E tutti rispondevano con le stesse parole: 

-       Ma tanto l’amministrazione non ce l’accetta, che lo chiediamo a fare (sic!).

-       Ma voi l’avete chiesto? Ed è vero che all’inizio, nel 2019, l’amministrazione non voleva fare i quiz e siete stati voi a volerli? 

-       Beh, in effetti l’amministrazione all'inizio non voleva fare i quiz.

-       Ah! bene… (cioè male…)  ma adesso vogliamo spingere tutti insieme affinché almeno l’ultima tornata permetta a chi lavora da trenta o quarant’anni, di fare l’agognato passaggio?

-       Ok, il 6 ottobre 2021, al tavolo chiederemo tutti insieme di non svolgere i test.

Ci siamo scambiati mail, telefonate, sms fino ad arrivare al giorno della contrattazione. E in effetti tutte le OO.SS., quel giorno, chiesero quanto concordato, solo che ricevettero una sorpresa da parte dell’amministrazione che rispose: “Ok, presentatemi una proposta unitaria, e potrebbe essere possibile.”

Alleluja! Ci siamo riusciti! Subito dopo la chiusura del tavolo mandiamo un veloce sms a tutti: ci vediamo domani per cominciare a lavorare sulla proposta unitaria? Zero risposte! Qualcosa non quadrava... dopo giorni di silenzio, inviamo una mail a tutti i rappresentanti sindacali: zero risposte! Va beh, si staranno riprendendo dalla bella notizia… non avendo ancora segnali ci attacchiamo al telefono: occupato, non risponde, non raggiungibile. Un giallo! Per oltre una settimana li abbiamo rincorsi inutilmente, alla fine siamo andati nella stanza di uno di loro (senza preannunciarci, ormai avevamo capito) ed abbiamo chiesto cos’era successo: io non lo so, vediamo... ho avuto da fare... li contatto, vi faccio sapere.

Cominciamo a sentire la puzza di bruciato che conosciamo da anni. Insomma, il giorno dopo una voce flautata di sindacalista ci chiama e ci dice: “Premetto che io sono solo un ambasciatore, comunque abbiamo deciso che noi andiamo per conto nostro…” Ma come, l’unica condizione dell’amministrazione era che fosse un documento unitario, forse perché essa stessa si era stufata di quiz e prove, e noi, per una cosa così importante, ‘preferiamo andare per conto nostro’? 

Ecco, queste cose, colleghi cari, non le possiamo dimenticare! Ci insegnano moltissimo! Tutta la brutta pagina PEO in Corte dei Conti ha dei responsabili! In tutta la PA i passaggi sono stati fatti in modo quasi automatico, in base all’esperienza professionale e ai titoli. E sono passati tutti, anche chi era andato in pensione! Da noi invece è diventato un affare di stato, e in più sono rimasti esclusi centinaia di colleghi! Non c’è bisogno di aggiungere altro. Se già nel 2019, e poi nelle tornate 2020 e 2021, tutti e sette i sindacati avessero chiesto quello che noi da soli, con il vostro sostegno, abbiamo rivendicato coraggiosamente, sicuramente avremmo ottenuto le progressioni come negli altri ministeri, e per tutti! Allora, fare i pesciolini rossi non ci aiuta a migliorare le nostre condizioni di lavoro! Cerchiamo invece di avere la solida memoria dell’elefante e riusciremo ad evitare i pifferai magici e a dare forza a chi si batte veramente per i diritti di tutti! Pesciolini rossi? No grazie!

DACCI FORZA VOTA USB, TI CONVIENE!

USB Corte dei Conti